È stato chiesto agli alunni della 5C del “Siciliani” di “raccontare” l’esperienza del laboratorio sulla legalità tenuto da don Luigi Ciotti nella sede della Prefettura di Catanzaro lo scorso 27 novembre. Di seguito viene pubblicata una selezione di riflessioni dei ragazzi, scelte tra commenti, resoconti, semplici pensieri.
In data 27 novembre 2018, noi alunni della classe 5C, accompagnati dal professore Toraldo, ci siamo recati presso il palazzo della Prefettura in occasione dell’incontro con don Luigi Ciotti.Appassionato, espressivo e spontaneo, come un padre che rievoca i ricordi giovanili di fronte ai figli, don Ciotti ha ripercorso il cammino che lo ha condotto a fondare il Gruppo Abele e Libera. Sono stati molti gli spunti di riflessione e le pressanti sollecitazioni che ci ha offerto. Le sue parole hanno proiettato di fronte a noi una galleria di storie di ieri e storie di oggi, di incontri ispiratori ed esperienze di vita. Ci ha invitato a essere cittadini responsabili sempre e non ad intermittenza, a non lasciar appiattire il nostro spirito critico e a diffidare del sapere di seconda mano. Di grande valore è stata l’esortazione a cogliere la dimensione positiva della realtà, che va incoraggiata e sostenuta, anche quando la stessa non fa clamore. “Questa è una brutta stagione della storia perché la legalità appare un mito”, afferma don Ciotti, che ha esortato a vivere la legalità a partire dalle piccole cose dell’orizzonte quotidiano. L’incontro ha toccato anche il tema della criminalità mafiosa. Il diffuso stereotipo secondo cui la mafia non sia un problema trasversale all’Italia e l’evoluzione dei suoi meccanismi sono stati argomenti centrali della discussione. Don Ciotti ha illustrato le nuove caratteristiche della mafia in Italia, aprendoci gli occhi su un tema, quello mafioso, che la società attuale tende a normalizzare. Se dovessi definire con una parola l’incontro con don Ciotti, direi che è stato “formativo”: non è iperbolico dire che, così come don Ciotti all’età di diciassette anni ha trovato il “coraggio di avere coraggio” grazie ad un incontro speciale, anche noi abbiamo avuto la possibilità di ricevere un input fondamentale: quello di vivere la legalità in modo concreto, propositivo, corresponsabile e continuo. Don Ciotti ci ha salutato augurandoci una “sana testardaggine” per raggiungere obiettivi puliti e positivi e ci ha donato le tre parole chiave che devono muovere noi studenti nell’essere parte attiva della società: continuità, condivisione e corresponsabilità. Custodendole come un dono prezioso, non possiamo che essergli infinitamente grati. (Antonella Catanzariti)
Un esempio virtuoso che coinvolge la quotidianità di ciascuno di noi. (Francesco Altomari)
Non è vero che la speranza è l’ultima a morire, la speranza non muore mai, proprio come chi ha dato la vita per la lotta alla mafia. (Marco Bagnato)
Ho trovato molto ispirato il discorso sul contributo che possiamo dare alla società avendo cura anche delle piccole cose, cominciando ad essere noi stessi il cambiamento che desideriamo. (Alessandro Cacia)
In tanti possiamo fare quello che da soli è impossibile. (Vittorio Caliò)
Accetta te stesso e cambia il mondo. (Vincenzo Contino)
Insieme si vince ed aiutare il prossimo è fondamentale. (Pasquale Costa)
L’incontro ha evidenziato il valore della testimonianza.(Antonio Curto)
Riprendendo l’insegnamento di don Ciotti, “Dobbiamo essere il cambiamento. Senza Noi rimangono tanti Io”, affermo che nella società bisogna confrontare le proprie idee con quelle altrui, condividere le proprie esperienze affinché ognuno nel proprio piccolo possa crescere. (Alice Defilippo)
L’intervento di don Ciotti è stato stimolante, il suo punto di vista così umile e vero è portavoce di verità, solidarietà e coraggio. (Nicole D’Onofrio)
In Italia non c’è più nulla di certo e di legale, perché si cerca di ottenere tutto per vie illegali: raccomandazioni, favori e ricatti. Bisogna imparare il gusto della legalità e il rispetto delle leggi. (Cristina Gigliotti)
Non arrendersi mai e cercare sempre di essere cittadini, non a intermittenza ma costanti, capaci di condividere i nostri spazi con gli altri e corresponsabili. (Gabriele Mannarino)
La libertà non è un’utopia, la libertà si crea. (Domenico Melina)
Esprimo il senso delle parole di don Ciotti con una frase pronunciata da Papa Francesco: “Dio ha bisogno delle nostre mani per soccorrere e delle nostre voci per denunciare le ingiustizie”. (Giuseppina Pellegrino)
Don Ciotti con la sua eloquenza ha coinvolto tutti noi ragazzi e sono rimasto colpito dalla sua idea di corresponsabilità, intesa come un metodo per raggiungere un obiettivo comune ed un risultato duraturo. (Giovanni Pino)
Attraverso i racconti della sua vita, don Ciotti ci ha lasciato moltissimi messaggi morali tra cui quello di non mollare mai se i nostri obiettivi rappresentano qualcosa di veramente importante. È stato un momento di riflessione e di crescita personale. (Roberta Rondinelli)