Nell’ambito dell’iniziativa - parte integrante del calendario di eventi dal titolo “Esplorando lo Spazio Celeste. La Natura dello Spazio” offerto dal Sila Science Park & FATA Museum di Taverna, che prevede conferenze e dibattiti su tematiche scientifiche legate all’astronomia, a cui la nostra scuola ha aderito - gli alunni delle classi 5E e 5F, accompagnati dai proff. Francesco Parentela e Andrea Celia, si sono recati lo scorso 14 maggio presso il MUSMI - Museo Storico Militare situato nel Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro, per partecipare alla conferenza dal titolo “Rivoluzione Galileo - Il cielo stellato sopra di me”.
L’iniziativa è stata molto apprezzata, sia per la cura organizzativa sia per l’alta capacità divulgativa del relatore che, in poche parole, ”ha semplicemente incantato tutti i ragazzi presenti... e non solo”.
I ragazzi sono stati immediatamente catturati dalla storia della vita di Galileo Galilei, magistralmente narrata da Giovanni Carlo Federico Villa, professore di Storia dell'Arte Moderna e direttore del Centro dell’ Ateneo di Arti Visive dell'Università degli Studi di Bergamo. Sessanta minuti ricchi dei particolari meno noti della vita del giovane Galileo. Lo scienziato, che tutti colleghiamo al metodo scientifico sperimentale, fu anche letterato, fisico, ingegnere e artista fino a diventare uno dei principali rappresentanti di italianità nel mondo; ma, nonostante tutto, nonostante le sue opere, le sue scoperte, le sue iniziative, spesso risulta sminuito o persino dimenticato dai suoi stessi compatrioti.
Molte sono le opere pervenute fino al giorno d'oggi; tra le più note il "Saggiatore", il "Sidereus Nuncius" e "Il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo". Quest'ultimo ebbe inizialmente l'imprimatur (ovvero il permesso di stampare il testo da parte della Chiesa), ma alla sua pubblicazione le pressioni sul pontefice da parte dei gesuiti furono tali che Urbano VII, suo grande ammiratore, fu costretto a chiedere l'intervento del Tribunale dell'Inquisizione che lo obbligò a continuare le ricerche di nascosto fino alla sua morte, avvenuta nel 1642.
Al contrario il "Sidereus Nuncius" non suscitò subito scalpore, in quanto venne presentato come un semplice annuncio. Scritto in latino e pubblicato nel 1610, espone le scoperte effettuate grazie all'uso del cannocchiale come le fasi di Venere, i satelliti di Giove e le macchie lunari. Fu fondamentale, infatti, per Galilei, l'ausilio del cannocchiale, strumento di origine olandese che lo scienziato seppe perfezionare al punto da suscitare interesse e richieste dei suoi strumenti.
Persona creativa e di particolare talento per l’invenzione, diversi sono gli strumenti di misura da lui ideati e successivamente perfezionati dai migliori fabbri contemporanei; tra questi il compasso, atto ad eseguire numerose operazioni geometriche e aritmetiche sfruttando la proporzionalità tra i lati omologhi di due triangoli simili.
Il professore Villa ha messo in evidenza come Galilei sia stato menzionato, nel corso della storia, da molti letterati, filosofi e scienziati; "il più grande scrittore italiano di ogni secolo" lo definisce Calvino. Albert Einstein lo considera come il primo grande fisico e padre delle scienze naturali moderne. Leopardi in un'annotazione dello "Zibaldone" scrive: "Non so se io m’inganno, ma certo mi par di scorgere nella maniera sì di pensare sì di scrivere del Galileo un segno e un effetto del suo esser nobile. Quella franchezza e libertà di pensare, placida, tranquilla, sicura e non forzata, scoprono una certa magnanimità, una estimazione e fiducia lodevole di se stesso, una generosità d’animo quasi ingenita […]". Il Galileo delineato da Leopardi è, insomma, ancora una volta un eroe, ma nel senso che la sua visione del mondo è stata in grado di sollecitare l’immaginazione, oltre che le facoltà morali. Pirandello, nel saggio sull’Umorismo (1908), attribuisce a Galilei e al suo cannocchiale il merito di aver posto fine alle certezze circa la centralità dell’uomo nell’universo. Il tema della precarietà della condizione umana nell’universo torna nella poesia di Primo Levi "Sidereus Nuncius": dopo le atrocità del secondo conflitto mondiale e del campo di sterminio, questi versi mostrano la solitudine del Galileo esploratore di infiniti mondi.
Galilei fu una figura immensa per il progresso del pensiero scientifico e per la storia delle idee; le sue i tesi, anche a distanza di 400 anni, non hanno perso valore e sono state, anzi, confermate da scienziati dell'ultimo secolo. Lungo l’applauso che i ragazzi del Siciliani hanno dedicato al prof. Villa per aver reso possibile percepire Galileo come un giovane italiano appassionato, capace di non tirarsi mai indietro dalla verità che il suo istinto e la sua ragione seppero sussurargli!
“Eppùr si muove!” ragazzi, non dimenticatelo!