Cosa succede quando la scuola riesce a interessare davvero gli studenti? Che un’attività didattica diventa davvero “attiva”, vissuta nel profondo, organizzata con spirito creativo coinvolgendo i ragazzi in un processo di conoscenza che consente di acquisire e migliorare le proprie competenze. Così un gruppo di studenti, che per la 5E è sempre “a geometria variabile”, ma sempre costituita da cinque elementi, ha preso al balzo la sfida della prof.ssa Francesca Ferraro e ha realizzato la sedia Steltman, già progettata da Gerrit Thomas Rietveld proprio per il gioielliere Steltman per il quale realizzò tutto l’arredamento del negozio a L’Aia.
La sedia è una vera e propria icona del XX secolo e Rietveld fu uno dei maggiori esponenti delle Avanguardie e tra i primi designer. La sedia è progettata con semplici parallelepipedi che, appoggiati gli uni agli altri, sono organizzati in maniera tale da essere montati creando un curioso e divertente rompicapo.
Gli studenti hanno saputo eseguire il progetto in ogni fase, da quello dell’idea, alla fase della realizzazione finale, privilegiando il modello in legno che è anche quello più diffuso. Rietveld rivoluzionò la produzione industriale perché non solo diede lo spunto per creare mobili dallo stile semplice e accessibile al grande mercato, ma diede a questi elementi uno stile inconfondibile e distinguibile, aggiungendo eleganza e bellezza.
Gli studenti si sono resi conto della complessità della progettazione, proprio ri-progettando la sedia, ricostruendola con il disegno tradizionale e con quello della computer-grafica e, infine, realizzando e montando i pezzi di legno. Il prototipo in 3D è comunque pronto e durante il prossimo Open day sarà possibile
vedere la realizzazione dello stesso attraverso la stampante in 3D.
Gli studenti hanno presentato il loro progetto in maniera molto simpatica e coinvolgente, mostrando le fasi di progettazione e di realizzazione dei pezzi in falegnameria e “travestendosi” da “mastri” con tanto di martello portato alla cintura e baschetto in testa. È stato un momento di “teatro” gradito ed apprezzato,
perché svolto sempre nel rispetto per il luogo. Ed è stato anche un momento di “verifica in classe” che, in maniera non programmata, è stato condiviso con la Dirigente Filomena Rita Folino, diventata per l’occasione una “discente”, che ha apprezzato il lavoro svolto e la “lezione” e ha potuto iniziare una giornata lavorativa con un’iniezione di ottimismo, perché il lavoro svolto in classe riesce a valorizzare gli studenti in un processo anche gioioso.