Si è tenuto lo scorso 13 gennaio nell’aula di Fisica del “Siciliani” un incontro con il nuovo comandante della Compagnia Carabinieri di Catanzaro, Antonino Piccione. “Una chiacchierata amichevole, uno scambio reciproco di conoscenze”, allo scopo di fornire informazioni utili sui pericoli maggiormente diffusi tra la popolazione studentesca.
Tra le tipologie individuate: lo stalking, il bullismo, i rischi derivanti dal continuo utilizzo della “rete” e il consumo di stupefacenti, una piaga sociale che i ragazzi continuano a sottovalutare, ma che rappresenta una minaccia continua e costante.In merito al primo, il comandante ha tenuto a precisare che, pur trattandosi di un reato relativamente nuovo, le pene previste dal codice per chi adotta una condotta tale da far scattare una querela per stalking (tra le poche che non possono essere rimesse), sono abbastanza severe, soprattutto per scoraggiare comportamenti persecutori che potrebbero sfociare in ben altri molto più gravi e spesso dalle conseguenze irreparabili.
La trattazione delle problematiche relative al bullismo, come previsto, ha particolarmente interessato i ragazzi, ai quali è stato consigliato di non avere timore di riferire gli atti di violenza- di qualunque tipo essa sia-di cui potrebbero essere vittime.
Fondamentale il ruolo della istituzione scolastica a cui spetta il compito di supportare i ragazzi e fornire delle soluzioni valide per un’adeguata risoluzione di problematiche inerenti la violenza, certamente non dilagante in un contesto quale quello cittadino, ma che comunque non deve mai essere sottovalutato.
Una posizione a parte, invece, quella rivestita dall’abuso di tecnologie informatiche. Nella rete si celano abili “ pescatori”, che spesso adescano i ragazzi in modo subdolo ma con l’intenzione di approfondire la conoscenza sia per coinvolgerli in siti pedopornografici ( reato, la pedopornografia punito con pene che vanno dai 6 ai 12 anni per l’utilizzo, e 3 per detenzione di materiale), ma anche in modo reale, piuttosto che virtuale, logicamente per approfittare di una condizione di debolezza dei malcapitati, spesso troppo fiduciosi e per questo vittime ancora più “appetibili”.
Un monito specifico è stato lanciato anche sul consumo di sostanze stupefacenti cosiddette leggere che, pur non punibili se detenute per uso personale, impongono comunque una segnalazione alle autorità competenti ma che sarebbe mera utopia ritenere affatto nocive non solo per la salute di chi ne facesse uso, ma anche per chi si dovesse trovare a convivere con dei consumatori abituali di erba, pasticche e consimili.