Giovedì 4 agosto, all’età di 95 anni, è morto ad Imola il prof. Giovanni Mastroianni, storico e filosofo di Catanzaro, autore di un numero considerevole di studi sul pensiero italiano, russo, sovietico, ma anche su Bellamy, Dewey, Warburg e diversi altri esponenti della riflessione moderna e contemporanea intorno a questioni di etica e politica. Della sua vasta produzione – libri, saggi, articoli, traduzioni, recensioni, postille – ricordiamo specialmente gli scritti su G.B. Vico, A.Labriola, B. Croce, G. Gentile, A. Gramsci, E. Garin; sui russi Solov’ev, Dostoevskij, Bucharin, Bachtin, con importanti traduzioni dei loro testi e dei romanzi di Bogdanov, “La stella rossa” e “L’ingegnere Menni”; ma anche i lavori sui nostri Acri, Fiorentino, Squillace, Asturaro, Vivaldi e la cultura in Calabria tra Ottocento e Novecento.
In questo ultimo periodo si era dedicato soprattutto alla traduzione e allo studio di M. Bachtin, ch’egli riteneva principalmente un filosofo morale (dell’”Etica della responsabilità”) e non solo un teorico di estetica e letteratura; ma era anche ritornato sul pensiero di Gramsci , sui rapporti Gramsci-Labriola-Marx-Hegel-Ricardo e sui temi che possiamo considerare centrali nella sua riflessione: necessità e libertà, assolutezza e relativismo, soggettività e oggettività, leggi e tendenze nella storia. L’imminente pubblicazione della raccolta completa delle sue opere consentirà agli studiosi di valutare a pieno l’apporto innovativo e originale delle interprtetazioni-ricostruzioni proposte dal professore attraverso un’azione incessante di analisi puntuale dei testi degli autori esaminati ( non a caso era tornato più volte a discutere dell’origine e del significato del noto detto, attribuito a Warburg, ”Il buon Dio sta nel dettaglio”) e offrirà pure lo strumento per approfondire e discutere la peculiare “filosofia” dello stesso Mastroianni , già definito un “ maestro del dubbio. Storico e filosofo delle necessità relative”.
Qui vogliamo soprattutto ricordare l’eccezionale impegno del professore nella Scuola, anche nella “nostra” scuola: dopo i 27 anni d’insegnamento di “Filosofia e Storia” nel Liceo Classico Galluppi di Catanzaro, egli è stato infatti preside del nostro Liceo nei primi anni Settanta e ha lasciato poi l’incarico per dedicarsi, dall’anno accademico 1974-75, all’insegnamento di “Filosofia morale” e di “Storia del pensiero politico” presso l’Università degli studi della Calabria.
È difficile sintetizzare in poche parole i caratteri che hanno contraddistinto quell’insegnamento, percepito nel corso di tanti anni, da tutti i “suoi” allievi, come unico, straordinario: innanzitutto c’era il legame, sempre perseguito e realizzato dal professore, tra l’azione in aula e l’attività di studioso e ricercatore, per cui gli studenti diventavano gli interlocutori di un dialogo vero, serio, aperto, e quindi appassionante, condotto sul richiamo costante e filologicamente controllato ai testi originali degli autori proposti, in un periodo in cui la didattica della filosofia era prevalentemente, se non esclusivamente manualistica. Una lezione di metodo, prima di tutto. Un esempio alto di quella che si potrebbe definire “un’etica del lavoro”, un’etica laica che affondava le sue radici nell’incontro del giovane Mastroianni con Benedetto Croce, il “suo” Croce, negli anni drammatici del secondo dopoguerra. Una concezione dello studio come impegno irrinunciabile, pure nei momenti più difficili, come attività inesauribile di conoscenza, scoperta, confronto, critica e autocritica, ch’egli ha portato avanti fino agli ultimi giorni. Una lezione che i suoi allievi e quanti lo hanno conosciuto non dimenticheranno.
Enza Pettinato